Archivi categoria: Passages prima di Passages

In questa sezione sono riportate le iniziative nate dalla collaborazione tra socie e soci di Passages prima della nascita dell’associazione

INSTALLAZIONE ARTISTICO/ETNOGRAFICA: “Imaga Nova Mondo”

Roma, Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, 29 gennaio – 12 febbraio 2013. Nell’ambito dell’iniziativa “Idee migranti”, sezione della mostra “[S]oggetti migranti: dietro le cose le Persone”.

Un’installazione in cui coabitano due opere d’arte relazionale realizzate nell’ambito del progetto partecipativo “L’arte di fare la differenza”, prodotte da due gruppi composti ciascuno da un artista emergente, un artista outsider (ossia in situazione di marginalità, disagio o svantaggio sociale o psico-fisico e relazionale) e un’educatrice. Esiti di un processo di creazione artistica e autorialità  condivise, esse hanno tratto ispirazione da manufatti appartenenti alle collezioni etnografiche e di Art Brut del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università  di Torino, un patrimonio di circa 200 opere realizzate da ricoverate/i nell’ex Ospedale Psichiatrico di Collegno (TO).

“La città” e “Ricordi di viaggio” costituiscono pratiche di arte relazionale che, Imaga Nova Mondooltre a elaborare, in maniera critica e creativa, il tema della differenza, sono state concepite come mezzi e processi per una pari accessibilità all’arte e al patrimonio culturale. L’incontro tra arte e antropologia ha consentito di “disancorare” gli oggetti delle collezioni dalla posizione fissa e statica che occupano in museo, a favore di una prospettiva che ha privilegiato la loro funzione di mediatori di relazioni.

“Imaga Nova Mondo” è un pastiche linguistico che intreccia termini in Esperanto – imaga mondo (immaginario) e nova mondo (nuovo mondo, titolo di uno degli oggetti della collezione di Art brut) – con l’intento ideale di evocare e dare forma a scenari di migrazione e convivenza multiculturale nell’incontro tra poetiche artistiche e patrimoni, materiali e immateriali, che esplorano possibili orizzonti dell’intercultura.

 Concept e curatela: Gianluigi Mangiapane, Anna Maria Pecci

Bibliografia di riferimento

in corso di stampa

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INSTALLAZIONE ETNOGRAFICA: “Verginità, di ritorno”

Matera, Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata – Palazzo Lanfranchi, 29 settembre – 2 ottobre 2010. Nell’ambito della mostra “Oggi, nel corso della vita. Riti di passaggio” a cura di Pietro Clemente e Vincenzo Padiglione.

 Attorno ad un letto nuziale sfatto, che porta ancora traccia simbolica della ????????????????????????????????????????“prima notte”, si svolge il discorso/percorso dedicato alla revirgination. Una pratica femminile in crescente diffusione che il nostro sguardo ha proposto di leggere come “ritorno” ad una ritualità che, nel rispondere a bisogni di simbolizzazione plurali, assume modalità espressive di incorporazione, collettive e individuali, tecnologicamente aggiornate e mediaticamente influenzate.

L’installazione non è frutto di ricerca sul campo, ma si presenta come ipotesi sperimentale per una futura indagine etnografica. La giustapposizione di frammenti di testi saggistici, narrativi e artistici a testimonianze di vari attori del rito – raccolte principalmente in Internet, spazio d’incontro e di produzione di significato – si associa, in risonanza o disgiunzione, a immagini e oggetti, non elementi di decoro ma significanti essi stessi.

Assumendo la processualità del rito di passaggio anche come strumento interpretativo, viene evocato un viaggio che, a partire dagli expôts della separazione (valigie e catalogo di turismo medico), attraversa il margine della revirgination (un beauty case in cui collassa il confine tra biomedicina e cosmesi) per condurre al matrimonio ri-aggregante (raccontato da un album fotografico “problematico”). La trasversalità dei contesti di rappresentazione della revirgination si traduce pertanto in un discorso polisemico che intende infine interrogare il senso critico delle visitatrici e dei visitatori.

[Testo tratto dalla presentazione pubblicata in “AM. Antropologia museale”, n. 25/26, 2010, p. XLVII]

Concept: Anna Maria Pecci in collaborazione con Gianluigi Mangiapane e Andrea Perin

Allestimento: su idea di Andrea Perin, realizzazione di Anna Maria Pecci e Gianluigi Mangiapane

Bibliografia di riferimento

 Pecci Anna Maria in collaborazione con Gianluigi Mangiapane e Andrea Perin, Verginità, di ritorno, in “AM. Antropologia museale”, n. 25/26, 2010, p. XLVII

Pecci Anna Maria, Verginità, di ritorno. Un’installazione come preliminare di ricerca etnografica, in Pietro Clemente e Vincenzo Padiglione (a cura di), Oggi, nel corso della vita. Riti di passaggio. Mostra collettiva di installazioni etnografiche. Catalogo, La Mandragora, Imola 2013

PROGETTO PARTECIPATIVO E MOSTRA: “Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa”

Un’esperienza pilota (link), realizzata nel 2008-2009 nell’ambito del progetto europeo MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue, con il fine di valorizzare le collezioni etnografiche del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino in una prospettiva di inclusione culturale e cittadinanza attiva. Si tratta di una sperimentazione museografica basata sulla progettazione partecipata, la cui fruizione è stata mediata da una serie di FronteCartoOk(2)percorsi narrati dialogici. 9 mediatori e mediatrici culturali provenienti da Ciad, Italia, Marocco, Repubblica Democratica del Congo, Romania e Senegal – in collaborazione con i referenti del Museo e un architetto museografo – hanno concepito e realizzato un allestimento multivocale. La lingua del Museo (istituzionale, scientifica, didascalica) ha così dialogato con la lingua dei mediatori (autobiografica, evocativa, emozionale), interpreti di un patrimonio di cui non è stata stabilita alcuna verità, ma offerte chiavi di lettura.

Attraverso la narrazione, oggetti appartenenti alle collezioni etnografiche, talvolta anch’essi in dialogo con gli oggetti d’affezione scelti dai mediatori, sono diventati protagonisti di storie che, alla luce dei frammenti di vite vissute e di punti di vista differenti, si rivelano portatrici di una pluralità di significati in un’ottica interculturale. La mostra è stata ospitata dal Museo di Antropologia dal 17 novembre 2008 al 31 gennaio 2009.

Laura Carle (collaboratrice – HoldenArt, ente partner)

Gianluigi Mangiapane (referente – Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, ente promotore)

Anna Maria Pecci (responsabile scientifica e coordinatrice – Centro Piemontese di Studi Africani, ente coordinatore)

Andrea Perin (curatore del progetto di allestimento, docente e tutor)

Bibliografia di riferimento

Mangiapane Gianluigi, “Lingua contro Lingua” e il museo, in “AM. Antropologia museale”, n. 20/21, 2008, p. 39

Mangiapane Gianluigi, Pecci Anna Maria, Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa, in “Museologia Scientifica Memorie”, n. 8, 2011, pp. 104-106

Pecci Anna Maria, ‘Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa’: un contributo multivocale alla mediazione interculturale dei patrimoni, in “AM. Antropologia museale”, n. 20/21, 2008, pp. 34-37

Pecci Anna Maria, Mangiapane Gianluigi, ‘Expographic Storytelling’: the Museum of Anthropology and Ethnography of the University of Turin as a Field of Dialogic Representation, in “The International Journal of the Inclusive Museum”, vol. 3, n. 1, 2010, pp. 141-153

Perin Andrea, Allestimento senza gerarchia, in “AM. Antropologia museale”, n. 20/21, 2008, p. 38

PROGETTO PARTECIPATIVO: “Migranti e patrimoni culturali”

Progetto realizzato nel triennio 2005-2008 con l’obiettivo di valorizzare oggetti di alcune collezioni museali piemontesi in una prospettiva di mediazione interculturale e inclusione culturale (link). A partire dai risultati dell’analisi dei bisogni condotta sul territorio piemontese con gruppi familiari e amicali africani, 8 mediatrici e mediatori culturali provenienti da Ciad, Isole Comore, Italia, Marocco, Repubblica Democratica del Congo e Romania hanno preso parte al Corso di formazione per mediatori dei patrimoni interculturali (15 settembre – 15 dicembre 2007). Il corso si è27/01/2008 16.25 concluso con la realizzazione del ciclo di percorsi narrati “Oggetto di incontro. Storie di viaggi, paesi, persone, culture” (20 gennaio – 10 febbraio 2008): oggetti appartenenti a collezioni africanistiche, meso americane e piemontesi sono stati assunti quali pretesti per raccontare storie di vita e fiabe, evocare riti e tradizioni, far ri-vivere il sapere e il saper fare di culture un tempo distanti e oggi “della porta accanto”. L’iniziativa ha adottato lo storytelling come strumento capace di far emergere i molteplici punti di vista che rendono i patrimoni culturali “zone di contatto” e di confronto tra persone diverse, accomunate dal contesto multiculturale in cui vivono.

Laura Carle (project manager – HoldenArt / Formule di Narrazione, ente partner)

Chiara Maggiore (assistente al coordinamento – Centro Piemontese di Studi Africani, ente coordinatore)

Anna Maria Pecci (responsabile scientifica e coordinatrice – Centro Piemontese di Studi Africani, ente coordinatore)

Bibliografia di riferimento

Carle Laura et alii, Sguardi e voci: la narrazione per valorizzare i patrimoni, in Anna Maria Pecci (a cura di), Patrimoni in migrazione. Accessibilità, partecipazione, mediazione nei musei, FrancoAngeli, Milano 2009

Pecci Anna Maria (a cura di), Patrimoni in migrazione. Accessibilità, partecipazione, mediazione nei musei, FrancoAngeli, Milano 2009

Pecci Anna Maria, Oggetti, persone, storie in risonanza. Un modo per esplorare il potenziale interculturale delle collezioni, in Francesca Morandini, Marco Baioni, Marina Volontè (a cura di), Archeologia & Intercultura. Integrazione culturale attraverso l’educazione al patrimonio archeologico, Vannini, Brescia 2010

Pecci Anna Maria, “Oggetto di incontro”. Percorsi narrati nei musei e mediazione interculturale dei patrimoni, in “Quaderni di Thule. Rivista italiana di studi americanistici”, VIII, 2009, pp. 813-819

MOSTRA: “Io sono Bororo. Un popolo indigeno del Brasile tra riti e futebol”

Mostra allestita a Genova 9 ottobre 2004 al 23 gennaio  2005, a cura di Bororo 008Maria Camilla De Palma, che ha affrontato la realtà dei Bororo, popolo indigeno del Mato Grosso in Brasile: attraverso l’esposizione dei suoi oggetti, sia antichi e sia contemporanei, racconta la sua trasformazione tra tradizione e modernità imposta dall’arrivo degli occidentali.

Lavoro dialogico che parte dalla comunità di Meruri in Brasile e dalla sua ricostruzione della tradizione, per arrivare all’allestimento del percorso realizzato in collaborazione con alcuni bororo.

Elisabetta Gatto (co-curatrice)

Andrea Perin (co-curatore, progettista allestimento)

fotografie

Bibliografia di riferimento

De Palma Maria Camilla (a cura di), Io sono Bororo. Un popolo indigeno del Brasile tra riti e futebol, catalogo della mostra (Genova 9 ottobre 2004 – 23 gennaio 2005), Silvana Editoriale, Milano 2004

De Palma Maria Camilla, Io sono Bororo. Un popolo indigeno del Brasile tra riti e futebol. Appunti dialogici per una mostra dialogica, in “Thule”, n. 16/17, 2006, pp. 255-273

Andrea Perin, Gli oggetti in mostra tra archeologia ed etnografia. Considerazioni sulla mostra “Io sono Bororo”, in AA.VV., Archeologia & Intercultura, Vannini, Brescia 2011