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“Affamato come una tigre”. Presentazione del volume

Copertina HemingwayCi saranno dei motivi per cui da oltre un secolo Sandokan e Yanez sono ancora personaggi amati dai lettori e non soffrono l’oblio di oltre un secolo di storia, nonostante la critica ufficiale abbia sempre guardato a Emilio Salgari con sufficienza e malcelato disprezzo.

Nella saga dei pirati della malesia l’autore infatti dimostra non solo la consueta fantasia narrativa, ma anche un’insospettabile posizione che all’epoca era sicuramente contro corrente. I suoi eroi infatti non sono europei ma malesi o indiani o addirittura apolidi, mentri i cattivi sono quasi sempre i bianchi: non conta nulla l’origine geografica dei personaggi ma solo le qualità dell’individuo. Nelle azioni e nei pensieri Sandokan e Yanez criticano inoltre il colonialismo dei bianchi e il peso della religione, e si schierano sempre dalle parti dei deboli.

Anche i piatti che gli eroi salgariani consumano durante le avventure, descritti con un’attenzione incosueta nella letteratura coeva, si inseriscono in questo pensiero non eurocentrico. In un’epoca, quella dell’Italia umbertina, nel quali il cibo aveva ancora un valore simbolico di appartenenza identitaria, Sandokan e i suoi amici si cibano di tutto l’esotico che un italiano dell’epoca poteva immaginare.

Cibi mostruosi che Salgari aveva letto nei libri dei resoconti di viaggio, varianti giganti di quelli conosciuti, animali immondi cucinati come un pollo nostrano. Tutto questo tra l’ironia di Yanez, la consapevolezza di Sandokan dell’importanza di un buon pasto per un guerriero, la golosità di Kammamuri.

Affamato come una tigre è un libro che non solo racconta quello che i nostri pirati consumano nelle loro avventure, ma li interpreta in chiave meticcia. Sono pietanze dove si incontrano i cibi conosciuti nell’Italia di inizio Novecento con l’immaginario esotico dell’epoca, e soprattutto con gli ingredienti che il mondo, grazie ai nuovi cittadini, ci sta portando in Italia adesso.

18 novembre 2015, ore 17,30, presso la Biblioteca Ginzburg, sala Molinari, via Lombroso 16 (cortile interno) – sarà presente l’autore

Andrea Perin, Affamato come una tigre. A tavola con Sandokan, Leone verde, Torino 2013

 

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MOSTRA: “Nature domestiche. Un senso nuovo per gli oggetti del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco”

In occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco, l’Associazione Missioni Don Bosco Valdocco ONLUS – in collaborazione con il Comitato Bicentenario 2015, la Regione Piemonte, il Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco – ha organizzato la mostra “NATURE DOMESTICHE. Un senso nuovo per gli oggetti del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco”,  allestita nella Sala Mostre della Regione Piemonte, in Piazza Castello a Torino, e aperta al pubblico dal 24 gennaio al 1° marzo 2015.

La mostra, a cura di  Alessia Andena, Elisabetta Gatto, Anna Maria Pecci e Andrea Perin, ha inteso esplorare il rapporto uomo-ambiente a partire dalla multiforme interpretazione della natura nelle società occidentali, per invitare i visitatori a ripensarla non come un’idea universale, valida ovunque e per tutti, ma come un prodotto della diversità culturale. Gli oggetti delle collezioni del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco, tra le più importanti raccolte missionarie in Italia, con pezzi provenienti da tutti i continenti, hanno offerto lo spunto per una riflessione sul rapporto con l’ambiente che oggi abbiamo sia noi sia le popolazioni indigene e i gruppi etnici di diverse provenienze che vivono a stretto contatto con la natura e che da essa dipendono.

Chiave di lettura della mostra: l’esperienza della natura attraverso i sensi. Mediante postazioni interattive è stato possibile mettere a confronto e in relazione mondo occidentale e culture “altre” e coinvolgere il pubblico in un’esperienza che lo ha sollecitato ad esercitare un approccio critico nei confronti della sua stessa idea di natura.

L’iniziativa è stata accompagnata da visite guidate per gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado e da laboratori didattici, differenziati per classi, per approfondire i temi del percorso espositivo e per consentire sperimentazioni multisensoriali. 

Elisabetta Gatto (co-curatrice)

Anna Maria Pecci (co-curatrice)

Andrea Perin (co-curatore, progettista allestimento)

Bibliografia di riferimento

Andena Alessia, Gatto Elisabetta, Pecci Anna Maria, Perin Andrea (a cura di), Nature domestiche. Un senso nuovo per gli oggetti del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco, catalogo della mostra (Torino, 24 gennaio – 1° marzo 2015), Centro Stampa Regione Piemonte, Torino 2015

Andena Alessia, Gatto Elisabetta, Pecci Anna Maria, Perin Andrea, Dalla natura alle nature, in Andena Alessia, Gatto Elisabetta, Pecci Anna Maria, Perin Andrea (a cura di), Nature domestiche. Un senso nuovo per gli oggetti del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco, catalogo della mostra (Torino, 24 gennaio – 1° marzo 2015), Centro Stampa Regione Piemonte, Torino 2015

Gatto Elisabetta, Vista / Udito / Olfatto, in Andena Alessia, Gatto Elisabetta, Pecci Anna Maria, Perin Andrea (a cura di), Nature domestiche. Un senso nuovo per gli oggetti del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco, catalogo della mostra (Torino, 24 gennaio – 1° marzo 2015), Centro Stampa Regione Piemonte, Torino 2015

Pecci Anna Maria, Tatto / Il ‘sesto senso’, in Andena Alessia, Gatto Elisabetta, Pecci Anna Maria, Perin Andrea (a cura di), Nature domestiche. Un senso nuovo per gli oggetti del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco, catalogo della mostra (Torino, 24 gennaio – 1° marzo 2015), Centro Stampa Regione Piemonte, Torino 2015

Perin Andrea, Gusto / Che natura vuoi?, in Andena Alessia, Gatto Elisabetta, Pecci Anna Maria, Perin Andrea (a cura di), Nature domestiche. Un senso nuovo per gli oggetti del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco, catalogo della mostra (Torino, 24 gennaio – 1° marzo 2015), Centro Stampa Regione Piemonte, Torino 2015

 

PROGETTO PARTECIPATIVO E MOSTRA: “Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa”

Un’esperienza pilota (link), realizzata nel 2008-2009 nell’ambito del progetto europeo MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue, con il fine di valorizzare le collezioni etnografiche del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino in una prospettiva di inclusione culturale e cittadinanza attiva. Si tratta di una sperimentazione museografica basata sulla progettazione partecipata, la cui fruizione è stata mediata da una serie di FronteCartoOk(2)percorsi narrati dialogici. 9 mediatori e mediatrici culturali provenienti da Ciad, Italia, Marocco, Repubblica Democratica del Congo, Romania e Senegal – in collaborazione con i referenti del Museo e un architetto museografo – hanno concepito e realizzato un allestimento multivocale. La lingua del Museo (istituzionale, scientifica, didascalica) ha così dialogato con la lingua dei mediatori (autobiografica, evocativa, emozionale), interpreti di un patrimonio di cui non è stata stabilita alcuna verità, ma offerte chiavi di lettura.

Attraverso la narrazione, oggetti appartenenti alle collezioni etnografiche, talvolta anch’essi in dialogo con gli oggetti d’affezione scelti dai mediatori, sono diventati protagonisti di storie che, alla luce dei frammenti di vite vissute e di punti di vista differenti, si rivelano portatrici di una pluralità di significati in un’ottica interculturale. La mostra è stata ospitata dal Museo di Antropologia dal 17 novembre 2008 al 31 gennaio 2009.

Laura Carle (collaboratrice – HoldenArt, ente partner)

Gianluigi Mangiapane (referente – Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, ente promotore)

Anna Maria Pecci (responsabile scientifica e coordinatrice – Centro Piemontese di Studi Africani, ente coordinatore)

Andrea Perin (curatore del progetto di allestimento, docente e tutor)

Bibliografia di riferimento

Mangiapane Gianluigi, “Lingua contro Lingua” e il museo, in “AM. Antropologia museale”, n. 20/21, 2008, p. 39

Mangiapane Gianluigi, Pecci Anna Maria, Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa, in “Museologia Scientifica Memorie”, n. 8, 2011, pp. 104-106

Pecci Anna Maria, ‘Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa’: un contributo multivocale alla mediazione interculturale dei patrimoni, in “AM. Antropologia museale”, n. 20/21, 2008, pp. 34-37

Pecci Anna Maria, Mangiapane Gianluigi, ‘Expographic Storytelling’: the Museum of Anthropology and Ethnography of the University of Turin as a Field of Dialogic Representation, in “The International Journal of the Inclusive Museum”, vol. 3, n. 1, 2010, pp. 141-153

Perin Andrea, Allestimento senza gerarchia, in “AM. Antropologia museale”, n. 20/21, 2008, p. 38

MOSTRA: “Io sono Bororo. Un popolo indigeno del Brasile tra riti e futebol”

Mostra allestita a Genova 9 ottobre 2004 al 23 gennaio  2005, a cura di Bororo 008Maria Camilla De Palma, che ha affrontato la realtà dei Bororo, popolo indigeno del Mato Grosso in Brasile: attraverso l’esposizione dei suoi oggetti, sia antichi e sia contemporanei, racconta la sua trasformazione tra tradizione e modernità imposta dall’arrivo degli occidentali.

Lavoro dialogico che parte dalla comunità di Meruri in Brasile e dalla sua ricostruzione della tradizione, per arrivare all’allestimento del percorso realizzato in collaborazione con alcuni bororo.

Elisabetta Gatto (co-curatrice)

Andrea Perin (co-curatore, progettista allestimento)

fotografie

Bibliografia di riferimento

De Palma Maria Camilla (a cura di), Io sono Bororo. Un popolo indigeno del Brasile tra riti e futebol, catalogo della mostra (Genova 9 ottobre 2004 – 23 gennaio 2005), Silvana Editoriale, Milano 2004

De Palma Maria Camilla, Io sono Bororo. Un popolo indigeno del Brasile tra riti e futebol. Appunti dialogici per una mostra dialogica, in “Thule”, n. 16/17, 2006, pp. 255-273

Andrea Perin, Gli oggetti in mostra tra archeologia ed etnografia. Considerazioni sulla mostra “Io sono Bororo”, in AA.VV., Archeologia & Intercultura, Vannini, Brescia 2011